Kult - divinity Lost - EP 7 - Scomode verità

Gli angeli possono cadere in più di un modo.
Siamo giunti al settimo episodio della campagna di Kult - Divinity Lost - "La mela avvelenata" e finalmente abbiamo il primo vero incontro con coloro che muovono il mondo oltre l'Illusione.


Potete trovare tutti gli episodi della serie nella pagina dedicata alla 4a edizione di Kult.

I protagonisti sono:
  • Broken (Alice Draper) - Francesca
  • Deceiver (Vincent Macaluso) - Latham
  • Ronin (Eva Price) - Elisa
  • Fixer (Christopher) - Jacopo
  • Scientist (Robert) - Ivan

Scena 0: I Dramatic Hooks

Putroppo è passato quasi un mese dalla sessione ed abbiamo già giocato l'ottava quindi sulle schede i DH sono stati cancellati. Scrivo quindi solo quelli che ricordo o sono riuscito a dedurre dagli appunti di sessione.
  • Christopher Sanders
    • Risolvere definitivamente la situazione Vincent
  • Alice Draper
    • Capire se posso aiutare Jason 
    • Scoprire chi ha rapito Mr.Daddy
  • Vincent Macaluso
    • Partecipare allo shooting fotografico della Garrow
  • Eva Price
    • Scoprire di più sulla lingua sacra e sul tatuaggio
  • Robert Carter
    • Capire come Alice può aver "visto" Jason
    • Continuare gli esperimenti
È da notare che il mio gruppo non riesce ad usare i Dramatic Hooks così come previsto dal gioco. Dovrebbero essere semi di "scene da giocare", cose fighe da vedere in gioco. Vengono invece utilizzati con azioni di troppo ampio respiro o indicazioni generali di come vorrebbero vedere evolvere la trama. Dei precedenti, ad esemio, l'unico vero "dramatic hook" è Partecipare allo shooting fotografico della Garrow.

Non capisco se è un nostro limite o del gioco. Dopo queste considerazioni passiamo alle scene.

Scena 1: Qualcuno morirà

Diamo a Terence il volto
di Josh Duhamel
(fonte: wikimedia)
La sessione precedente Ivan non ha avuto praticamente modo di giocare; iniziamo con lui ma per cercare di riunire un po’ il gruppo mettiamo in scena anche Alice.

Dato che i due Dramatic Hook sono legati a Jason e al fatto che Alice è stata in grado di vederlo non è difficile organizzare l’incontro.

La scena è uno dei bar della cittadella ospedaliera/universitaria nella quale Rober alloggia e insegna, in un tardo e freddo pomeriggio di ottobre. Il locale è piuttosto affollato e questo garantisce la necessaria privacy, non c’è bisogno di sussurrare per non essere ascoltati nel chiacchiericcio continuo di parenti in visita e studenti al secondo aperitivo.

Purtroppo la scena tarda a decollare, entrambi sono molto abbottonati o per dirlo in modo elegante “se la tirano come l’elastico della fionda”. Non arrivano a nulla in gran parte per la sociopatia di Robert e la paura che ora Alice prova per il laboratorio dello scienziato.

Per non sprecare la scena decido di fare una mossa facendo avanzare un fronte. Terence, l’assistente di Robert, entra nel locale con fare tanto affrettato da sembrare innaturale. Ordina un caffè lungo che quasi ricopre di zucchero nello stupore del barista che decide di non chiedere spiegazioni. Ha visto aspiranti suicidi con gli occhi più vitali dei suoi e non vuole noie.

Robert, nonostante Terence abbia evidentemente fatto finta di non vederlo, va incontro all'assistente per sincerarsi delle sue condizioni. La discussione ha del surreale e Robert è tentato di dargli uno o due giorni di riposo per riprendersi un po’, sembra infatti sull'orlo di un esaurimento nervoso. Ma il sociopatico non può permettersi un assistente debole, gli consiglia di farsi una bella notte di sonno e gli nega i giorni di ferie.

Guardando Terence uscire dal locale, decisamente irritato, Alice sente la voce di Claire sussurrare: “Vattene, fai presto. Qualcuno sta per morire.” Si affretta a seguire il consiglio del fantasma della gemella.

Nota: avrei potuto usare una "bomba" che avevo preparato per un'occasione del genere, avrebbe reso la scena decisamente più vitale ma ho preferito far avanzare un fronte che era rimasto sullo sfondo. Decisamente il difetto principale dei miei giocatori è quello di giocare troppo sulla difensiva.

Nota bis: Terence è una relazione a +1 per Robert ma la cosa non è stata giocata, devo ricordarmi di tenerne conto e dovrebbero ricordarsene anche i giocatori.

Scena 2: La natura del desiderio

Un po’ sconfortato dalla scena precedente passo a Vincent e Christopher.

Siamo nel palazzo della Rampart, ad uno dei piani inferiori dove si trovano i set fotografici. Vincent sta posando con altri modelli vestiti solo di intimo. Fisici statuari, belli allo sfinimento e di almeno 15 anni più giovani di lui. Quindici anni che pesano come macigni sull'ego del gigolò che si pente immediatamente di non essersi messo il suo “profumo speciale”.

“Magari te ne sei portato un po’ dietro, come l’altra volta…” suggerisco candidamente. “Certo...”, coglie la palla al balzo Latham, “...vado in bagno e me ne metto qualche goccia.”

Nel frattempo Christopher sta guardando deliziato la scena con Elise Garrow. Non è insensibile alla bellezza maschile, ha rovinato il suo matrimonio per Vincent in fondo, ma qualcosa nel responsabile social media della Rampart lo costringe a distogliere lo sguardo. Più matura delle sciacquette alle quali è abituato sembra circondata da un’aura di intrigante sicurezza. Sa di essere desiderabile e non fa nulla per nasconderlo.

Il fixer con la noncuranza dell’esperienza vira il discorso sulla “Divina” Madam D e non è troppo sorpreso dallo scoprire che lei è a conoscenza del suo piccolo “scivolone”. “Non più nelle grazie della signora” è l’eufemismo che usa.

Quando Vincent torna ha l’accuratezza di muoversi abbastanza lentamente da far giungere l’effluvio in ogni angolo della stanza. Il cuore di Christopher perde un battito quando si accorge che tutti gli occhi sono per lui; è forse geloso? L’unica che sembra immune, al più sorpresa, dal fascino dell’attempato modello è Elise che sorride a Vincent per poi prendere sottobraccio Christopher sussurrandogli: “andiamo a parlare in un luogo più tranquillo, qui l’aria si sta facendo rovente e non fa bene agli affari”.

Vincent ha ottenuto l’attenzione che desiderava ma qualcosa lo tormenta, come è possibile che la Garrow sia ipervia al suo fascino? Ci penserà dopo, adesso gli obiettivi sono tutti per lui e non è escluso che la situazione porti a qualche piacevole diversivo meno professionale.

Scena 3: Una morte annunciata

Interrompo la scena passando nuovamente a Robert. Il giorno successivo l’intera università è in fibrillazione, il cadavere di una ragazza è stato trovato in uno dei vecchi edifici adibiti a magazzini nei quali spesso gli studenti si appartano per approfondire le lezioni di anatomia umana; “Training on the job” lo si potrebbe definire.

Chiedo a Ivan se vuole interessarsi alla cosa (per un attimo temo che risponda negativamente dnGM) e lui sembra incuriosito. Facendo qualche domanda in giro e recandosi sul posto tra i curiosi tenuti lontani dal nastro giallo e nero della polizia scopre (tiro su Investigare risultante in un successo) che il magazzino nel quale è stato trovato il corpo è lo stesso nel quale si trovava il suo primo laboratorio, venti anni prima.

Ricorda inoltre che la ragazza, stessa età di Alice pensa distrattamente, era nella lista dei possibili candidati per il nuovo gruppo di esperimenti. Improbabile che qualcuno possa fare il collegamento in ogni caso, del resto in venti anni quasi tutti gli edifici hanno cambiato destinazione. Ferite multiple da armi da taglio, più di trenta coltellate inferte con precisione chirurgica, l’ultima delle quali fatale.

Inquietato ma rassicurato Robert torna al suo lavoro mentre Alice apprende la notizia dalla televisione. Molto meno tranquilla volge lo sguardo su Claire che sembra dire “te l'avevo detto, ci è andata bene”. Nota qualcosa che è sfuggita allo scienziato, l’ora della morte è più o meno quella nella quale si sono salutati la sera prima.

Scena 4: Foto dall'inferno

Elisa non ha ancora giocato, è il momento di mettere in scena Eva. Per evitare di giocare scene con un solo personaggio propongo che sia in scena anche Alice dando così una piccola spinta alla trama di Mr Daddy, il cliffhanger della scorsa sessione.

Le due stanno esaminando con l’aiuto, telematico, di TheEye le foto delle telecamere di sorveglianza della prigione. Risolviamo il tutto con un tiro di Investigare da parte di Alice mentre Eva la aiuta (il tiro su Aiutare è un successo parziale quindi aumenta il risultato di Alice di +1). Ottengono un successo parziale, decido di far pagare il costo a Alice.

Nota: la mossa Aiutare di Kult Divinity Lost non ha senso. In caso di successo fornisce un bonus di +2, che si riduce ad un +1 nel caso di successo parziale. Niente "mettersi in pericolo" o cose simili. È una mossa prettamente meccanica cosa che stride terribilmente in un gioco Powered by the Apocalypse.

Scoprono che il tatuaggio di Mr. Daddy è effettivamente scritto in ebraico e che, come nel caso di quello di Eva, sono tutti nomi. L’aiuto di Eva si concretizza nei rapporti della polizia e nelle carte processuali, ottenute tramite i suoi contatti tra le forze dell’ordine. Da esse scoprono che Theodor Smith (il vero nome di Mr.Daddy) ha un bel numero di accuse di pedofilia e violenza su minori, cosa che lo ha costretto a vagare di stato in stato. Molti dei nomi che compongono il suo tatuaggio corrispondono a quelli delle sue “vittime”.
Nella lista figurano anche quelli di Alice e Claire ma quest’ultima sembra l’unica morte accertata. Sembra che Teo non si sia mai spinto oltre le molestie e che quello di Alice e Claire sia stata la sua opera più efferata.

Eva ed Alice teorizzano che in qualche modo i tatuaggi siano legati al “peccato” dell’individuo, lei  ha i nomi delle vittime che ha ucciso, Mr Daddy quello delle bambine che ha violato, “uccidendone” metaforicamente l’anima.

A questo punto TheEye dice di volersi sganciare dalle indagini. Lui è interessato ai caratteri della lingua sacra, non certo ad un vecchio pedofilo. Per convincerlo Eva acconsente a mostrargli l’originale del tatuaggio.

Nota: Eva ha usato nuovamente Murphy McNamara per avere le informazioni ma per ora lo abbiamo gestito in modo narrativo. Mi riservo di usarlo diversamente in seguito.

Scena 5: Tutto per un bacio

Giochiamo a questo punto due veloci scene con Vincent e Christopher iniziando da quest’ultimo.

Mentre Elise lo accompagna verso l’uscita gli conferma quanto già sospettava: Madam D ha unilateralmente rescisso il loro contratto, a quanto pare l’ha delusa una volta di troppo.
Questo vuol dire che ben presto ne dovrà pagare le conseguenze, definitivamente.

 “Avrai bisogno di un altro patrono se vorrai uscirne sulle tue gambe” dice noncurante, come se stesse parlando di un reality show. “Qualcuno che conosce questo mondo e sa come muoversi con quella graziosa puttana orientale”. La proposta lo coglie di sorpresa.

“Ma … tu lavori per lei” bofonchia. “Davvero?” risponde la donna con una punta di malizia, “Se anche fosse? in questo mondo ciascuno lavora solo per se stesso, non dirmi che lo devo insegnare proprio a te.”

Il patto viene suggellato come da manuale, con un bacio. 

Un bacio il cui ricordo è svanito da tanti, troppi anni; il bacio tremante, confuso, inesperto e bramoso di un adolescente. Quel momento agognato troppo a lungo nel quale le labbra si toccano per la prima volta, quell'istante perfetto che cambia per sempre la percezione della vita. Di nuovo, sensazioni appannaggio dei sogni più profondi lo avvolgono stringendolo in una presa dalla quale sa di non potere e di non volere sfuggire. Un perfetto primo bacio.

Prova a farla sua ottenendo solo di essere cortesemente congedato: “Abbiamo entrambi da fare mio caro, lo sai. Ma avremo modo di discutere i dettagli del nostro accordo.”

Porta istintivamente le dita alle labbra mentre la guarda allontanarsi e non può fare a meno di sorridere, conscio di aver appena scambiato una schiavitù per un’altra.

Nota: Da adesso il Dark Secret: Pact with dark forces di Christopher è con Elise Garrow mentre resta l’ossessione per Madam D, magari solo un po’ attenuata da una nuova altrettanto pericolosa infatuazione.

Scena 6: L’essenza del desiderio

Nel frattempo la situazione sul set si è fatta decisamente più calda. Come se qualcuno avesse alzato improvvisamente la temperatura il respiro dei presenti si fa progressivamente più accelerato mentre diventa sempre più difficile per i modelli mantenere un professionale controllo. Altro che dimostrare di essere ancora all'altezza della concorrenza, in questo momento Vincent si sente come la vittima sacrificale sopra un altare, idolatrato ma destinato ad essere consumato dall'adorazione dei fedeli.

La Garrow riporta l’ordine al suo ritorno con poche frasi decise. Gli altri modelli tornano alle loro postazioni stanchi e quasi svuotati come appena risvegliatisi da un sogno proibito.

A Vincent basta uno sguardo per capire che la donna è immune al suo fascino ed è lui a trattenere il fiato quando lei lo prende sottobraccio. “Andiamo da un’altra parte, vuoi?” chiede innocentemente portandolo fuori, ma lui può sentire sulla pelle di lei l’odore della stanza svanita dietro la porta chiusa, come se ne avesse assorbito l’essenza al suo passaggio.

L’incontro tra i due è molto meno diplomatico di quello con Christopher. Vincent gioca a carte scoperte chiedendole in che modo non subisce l’influenza del profumo. “Ma certo che la subisco, solo che sono abituata sai, sono stata io a suggerirne la creazione alla Divina” dice con una punta di orgoglio. “La vera domanda è, come ne sei entrato in possesso.”

Su questo Vincent soprassiede ma il discorso si sposta rapidamente su un piano più soprannaturale e quando lei gli dice di potergli dare quel che vuole se accetterà di servirla lui risponde come un novello Dorian Gray di voler vivere per sempre.

Ride nervosamente alla proposta. “Quanto chiedi è impossibile ma… possiamo avvicinarci. Sono sicura che troverai la nostra collaborazione stimolante.”

Il patto viene suggellato in modo decisamente meno aulico di quello precedente, ripetutamente. Vincent può tranquillamente classificare l’accordo come “la miglior scopata della mia vita”.

Così come Christopher anche Vincent ha un nuovo Dark Secret: Pact with dark forces.

Nota: la domanda di Latham sull'immortalità mi ha colto di sorpresa e nella risposta ho pensato a quello che avevo preparato per Elise Garrow e a chi (o cosa) sia veramente. L’immortalità, seppur una possibilità in Kult, è oltre le capacità che avevo immaginato per lei ed ho quindi risposto negativamente, sbagliando. Avrei potuto accordare la cosa, richiedere un servizio, un patto con un’entità più potente o magari un rituale terrificante come mangiare vivo qualcuno per rubargli la vita che gli resta. Tutte cose che sarebbero state perfettamente nello spirito di un PbtA, del resto solo io conosco quanto già preparato per il personaggio non giocante e nell'accordare in qualche modo la richiesta avrei solo rispettato il precetto di essere fan dei personaggi.

Scena 6: La furia di Samael

Troviamo Eva, Alice e TheEye in uno squallido motel molto fuori New York, “un luogo anonimo dove loro non ci troveranno”; almeno a detta di quest’ultimo. Dato che alcune scene precedenti sono state un po’ lente andiamo subito al dunque e dopo un rapido scambio di battute Alice cerca di convincerlo ad usare un qualche software di riconoscimento facciale per trovare il rapitore. Eva acconsente a mostrargli l’originale del tatuaggio, il nome scritto con la lingua sacra è al centro della sua schiena.

Alice tira su Influence an NPC ma fallisce. Decido quindi di usare una presa dello svantaggio Marked di Eva. Il tocco del nerd le ricorda le sensazioni del suo primo omicidio, le mani dell’amico di suo padre su di lei, le carezze che cercano di violarla.

Si volta di scatto colpendo il poveretto alla gola per poi sbatterlo e bloccarlo contro un muro rompendogli il naso. Alice terrorizzata (ha il potere di vedere l’aura delle persone) vede l’aura oscura del marchio protendersi dalla schiena di Eva fino a formare due ali nere composte di fluenti caratteri di una lingua perduta.

Eva cerca di controllarsi (Keep it together e ottiene un successo), focalizzandosi solo sul suo respiro, ignorando il piagnucolio del malcapitato e le grida di Alice riesce a calmarsi: “non provare mai più a toccarmi”, dice senza tentare di mascherare l’odio nella sua voce. Il ragazzo scappa in un’altra stanza e si accuccia tremante al suolo balbettando: “il mio naso, mi ha rotto il naso, è il mio sangue questo”.

Inerme com'è non riesce a resistere ad Alice che lo abbraccia (gioca la carte "tette" ndGM) per consolarlo e vista la situazione riesce ad estorcergli la promessa di provare a cercare Mr.Daddy con un software sperimentale  (nuovo Influence an NPC stavolta coronato da successo parziale, ci saranno ripercussioni future, gravi).

Nota: mi è stato fatto notare che non avrei dovuto concedere il secondo tiro su Influence an NPC, il primo aveva già avuto esito negativo. Ripensandoci è vero ed avrei dovuto probabilmente far fuggire TheEye terrorizzato. Sul momento l’idea non mi è piaciuta perché avrebbe precluso del tutto le possibilità di proseguire con la trama già troppo lenta. Ho comunque rimediato nella sessione successiva quindi non dovrebbe essere un grosso problema

Scena 7: Il costo della verità

La sessione si è protratta abbastanza ma Latham mi chiede di poter giocare una scena veloce. Dato che conosce l’indirizzo di Massimo Fiori vuole andare a parlargli direttamente, è stanco di essere manipolato e tenuto all'oscuro. Vuole sapere.

Vedo un disastro profilarsi all'orizzonte ma ripetendo come un mantra “sii fan dei personaggi” descrivo la scena.

Siamo ad uno dei piani alti del 30 Rockefeller Plaza, il cuore pulsante della Grande Mela, dove anche respirare richiede più di quanto un americano medio potrebbe mai guadagnare in una vita. Non è stato difficile arrivarci, è bastato sedurre il ragazzo dell’ascensore. Non ha potuto portare armi con sé, naturalmente, ma confida nelle sue doti naturali per averla vinta. Del resto se l’è già portato a letto una volta il grassone.

Massimiliano arriva con un ascensore personale, abbracciato a due sventole la cui età complessiva non supera quella del gigolò. Quando gli dice che vuole parlargli della Garrow e che sa dove abita Madam D ottiene tutta la sua attenzione. Le ragazzine vengono congedate mentre Vincent entra nella suite con il suo ospite.

Lo accoglie il tripudio del cattivo gusto. L’arredamento è indefinibile, sembra il set di una puntata di “Il mio grosso grasso matrimonio gipsy” ambientata nella villa di un capomafia siciliano. “Probabilmente è d’oro anche lo sturacessi in bagno” pensa.

Massimo versa un bicchiere di whisky il cui solo aroma lo fa vacillare, roba che con una bottiglia ci puoi pagare l’università ai figli, ma la discussione prende subito il verso sbagliato. Il gigante è veloce e letale come un serpente e quando Vincent cerca di fare la voce grossa chiedendo di sapere cosa stia accadendo, parlando di città nere, angeli ed altri esseri mostruosi, lo solleva con una sola mano sbattendolo prima contro una parete, poi contro un’altra. “Ti basta per capire che devi smettere di fare domande? Dimmi quello che sai e tornatene alla tua vita meschina. Omuncolo.”

“Non me ne andrò da qui senza sapere la Verità. Fidati, se mi uccidi non troverai mai  quell'appartamento! Inizia a dirmi chi cazzo sei veramente!” risponde lui.

Non si può dire che non se la sia cercata.

“Se è la verità che cerchi. Eccotela.” dice Massimo mentre la sua voce acquista la potenza del tuono.

In quel momento l’illusione crolla e il nostro eroe Vede. Gli faccio tirare per Keep it together ma fallisce. Semplicemente la sua mente si spezza. La cosa che ha davanti è troppo grande anche solo per essere compresa nella sua interezza, non riesce nemmeno a guardarlo in volto. “È coperto di occhi” pensa, “persino sulle ali ... cazzo... ali… un angelo ... un fottuto angelo del Signore... io sono Dio tuo… un angelo di muscoli, lame e metallo dorato… Dio... un cazzo di angelo... Dio Onnipotente...”

Si sente afferrare da mani artigliate e con un poderoso battito d’ali trascinato fuori, nell'oscurità della notte.

Conclusione

Dopo questa sessione abbiamo avuto un po' di tempo per parlare del gioco e sono uscite delle osservazioni interessanti da parte dei giocatori. Una in particolare, da parte di Latham, mi ha colpito molto. Fondamentalmente il gruppo non ha un'idea precisa di cosa aspettarsi dal gioco oltre ad una generica "esperienza horror" e trova un po' difficile gestire le aspettative. 
Latham ad esempio immaginava di riuscire in un modo o nell'altro a passare "dall'altra parte della barricata" ottenendo diritti sovrannaturali o comunque "poteri" in grado di aiutarlo a sconfiggere le avversità. Jacopo è invece un po' più confuso sentendosi in balia di forze che sfuggono del tutto al controllo del suo personaggio.
In parte è colpa mia non avendo dato un'idea precisa dell'esperienza di gioco se non che avrebbe affrontato tematiche adulte ma essendo la scoperta dell'ambientazione parte fondamentale del gioco sarebbe stato difficile fare altrimenti.

Un altro appunto riguarda la gestione del gruppo, con cinque giocatori il fatto di giocare scene singole o al più in coppia si sente molto costringendo gli altri a stare a guardare. Nonostante le scene siano belle il venerdì sera dopo una settimana di lavoro non è la più preferibile delle soluzioni.

Come già fatto per Urban Shadow cercheremo di trovare una giustificazione narrativa per riunire il gruppo senza snaturare la natura delle sottotrame. Purtroppo quanto ho tentato di fare legando le trame usando i PNG non è bastato e allo stato attuale abbiamo Vincent + Christopher, Alice + Eva e in parte Alice + Robert che comunque tende a giocare più distaccato.

Cosa ne sarà di Vincent? lo scopriremo nella prossima sessione.



L'immagine dell'angelo caduto usata come copertina è opera di Roberto Ferri (nota, alcuni immagini di nudo maschile sul sito)

Commenti

  1. Faccio tesoro della tua osservazione nelle Conclusioni riguardo alle aspettative dei giocatori; c'è la possibilità che prima o poi avvii una campagna di Kult, e cercherò subito di stabilire cosa NON aspettarsi (tipo, per l'appunto, ottenere poteri sovrannaturali per scalciare i culi dei cattivoni). Per fortuna alcuni dei miei giocatori sono passati dal Richiamo di Cthulhu, quindi sanno cosa vuol dire essere sempre in "svantaggio" :D
    Comunque anche alla seconda lettura questo AP è sempre un piacere, peccato quando i giocatori sono un po' troppo "prudenti" quando interagiscono fra di loro (e poi gettano la cautela al vento quando hanno a che fare con i PNG, e io sono sempre "Ma perché...?" ogni volta che mi succede)

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    1. Ho visto solo adesso la notifica di questo commento :)

      Credo che il giocare "sulla difensiva" derivi dall'impostazione dei GdR tradizionali nei quali si gioca per "risolvere l'avventura" mentre in un PbtA (o dichiarato tale) si gioca per vedere cosa accade. I personaggi DEVONO mettersi nei guai e creare gioco tra loro per godere al massimo dell'esperienza.

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