Kult - Divinity Lost - EP 2 - Le cose là fuori

Perché questa immagine? ... lo capirete

Secondo episodio della campagna di Kult - Divinity Lost - "La mela avvelenata". Finalmente il gioco si fa serio e la Realtà inizia a "fare capolino" nell'Illusione. Per usare un eufemismo.



Potete trovare tutti gli episodi della serie nella pagina dedicata alla 4a edizione di Kult.

I protagonisti sono:

  • Broken (Alice Draper) - Francesca
  • Deceiver (Vincent Macaluso) - Latham
  • Fixer (Christopher Sanders) - Jacopo
  • Ronin (Eva Price) - Elisa
  • Scientist (Robert Carter) - Ivan

Scena 0 - Dramatic Hooks

In questa sessione sono presenti tutti i giocatori.

Usiamo un po’ di tempo per spiegare ad Ivan cosa sia successo nella sessione precedente, gli presentiamo il personaggio di Francesca e li leghiamo tramite una relazione. Alice e Claire hanno partecipato prima del rapimento ad una serie di studi del Dr Carter sulle capacità ESP dei gemelli. Dopo la fuga la famiglia si è rivolta a lui per avere il nome del Dr Miller, lo psichiatra che adesso la ha in cura.

Passiamo alla definizione dei “Dramatic hooks”, in pratica piccole cose che il personaggio vuole ottenere e che forniscono l’indirizzo alla storia. Ogni giocatore ne deve scegliere uno o due con il consenso/aiuto degli altri. Non devono essere troppo di lungo respiro (es. sconfiggere il mio nemico) ma circoscritti ad una sessione (es. scoprire dove il mio nemico si nasconde)


  • Robert Carter
    • Ricordare cosa gli è accaduto
      (essendo questo uno dei suoi svantaggi è un po’ troppo vago per essere un buon Dramatic Hook, ma visto che è la sua prima sessione lo lasciamo da modificare per il futuro)
      Convincere W. Torthon a trovargli nuove cavie per i suoi esperimenti
  • Christopher Sanders
    • Crescita del rapporto con mia figlia, passare con lei un po’ di “quality time”
  • Alice Draper
    • Tornare sul luogo della mia prigionia
    • Leggere i dossier sul mio passato con Claire
  • Vincent Macaluso
    • Parlare con Madam D
    • Imparare a difendermi, magari a sparare
      (non è un vero Dramatic Hook, ma anche in questo caso lo lasciamo da trasformare nel futuro)
  • Eva Price
    • Comunicare con un fantasma
      (fino ad ora li ha subiti passivamente)
    • Raccogliere informazioni su Claire (e Alice) essendo lei il primo fantasma che gli si è palesato senza esserne stata l’assassino

Scena 1 - La corsa nel buio

Riprendiamo il gioco dal punto in cui lo abbiamo interrotto la sessione precedente: Vincent è su un taxi e sta inseguendo la limousine di Madam D.
Dopo una ventina di minuti con stupore Vincent nota che la macchina si dirige verso la zona di Harlem, il tassista inizia a preoccuparsi e chiede al gigolò se può pagare. Vincent che ha lasciato il portafoglio in camera di Sara si toglie i gemelli e glieli consegna, sono più che sufficienti a coprire le spese della corsa.
Quando l’inseguimento prosegue oltre il fiume Harlem nel quartiere di South Bronx in una zona decisamente pericolosa, specialmente a tarda notte, l’autista lo prega di scendere.
La limousine si è fermata a fari spenti in un vicolo buio ingombro di rifiuti. Molto probabilmente è giunta alla sua destinazione.

Nota: in questa scena, piuttosto lunga, ho utilizzato molte mosse del DM per mantenere alta la tensione. Le inserirò nel testo visto che lo scopo dell'actual play è, appunto, mostrare come funziona il gioco.

Vincent scende con una certa apprensione e si infila nel vicolo. Latham mi chiede se c’è qualcosa tra i rifiuti da usare come arma, decido di fare una mossa morbida, offro una opportunità con un costo. Accetta. Vincent ancora scalzo mette i piedi su alcuni vetri e si taglia in profondità, bestemmiando silenziosamente raccoglie una bottiglia spezzata per usarla a mo di arma e continua ad avanzare.

Nota: non ho inflitto danni, semplicemente decido di gestire la cosa in fiction.

Improvvisamente i fari della limousine si accendono e l’autista mette in moto (metti qualcuno in difficoltà). Vincent scatta in avanti per coprire i 50 metri di oscurità che lo separano dalla macchina sguazzando in liquami maleodoranti non ben identificati, il piede sempre più dolorante, ma arriva troppo tardi.
I rumori della strada sono sempre più distanti e gli giungono ovattati, le finestre sul vicolo sono buie e si trova praticamente cieco.

Gli offro una prima via di fuga: “puoi ancora tornare indietro” (separali, in questo caso il personaggio dal mondo che lo circonda) . Rifiuta e accende la torcia dello smartphone per illuminare la zona.

Qualcosa sul terreno scappa velocemente tra i rifiuti spaventato dalla luce. Guardandosi attorno nota una porta metallica nascosta dietro alcuni sacchi di spazzatura vicino al luogo in cui era parcheggiata la vettura. Alla luce del cellulare nota un bizzarro “tag” spruzzato con della vernice viola al centro della porta. “Non è possibile che Madam D viva in questo squallore” pensa, ma poco dopo una luce cangiante si accende quattro piani più in alto come in risposta ai suoi dubbi.

I rumori della strada si fanno sempre più lontani, il vicolo sembra ancora più buio di prima. Nuovamente chiedo se Vincent vuole tornare indietro (spiega le conseguenze o il prezzo da pagare e chiedi di nuovo). Rifiuta e cerca un accesso ai piani superiori. Magari una scala antincendio.

La torcia del cellulare intanto si spegne, la batteria si sta scaricando ed è costretto ad illuminare con lo schermo dello smartphone. Distrattamente nota che non c’è campo (mostra i segni di una minaccia incombente).

Voltato l’angolo vede una scala metallica. Ringraziando i continui allenamenti riesce ad afferrarla con un bel salto e a trascinarla al suolo. Grossi insetti, scarafaggi spera, gli cadono addosso e scappano in ogni direzione, il piede è sempre più gonfio ed inizia a pulsare in modo fastidioso. Inizia a salire le scale che sente gelide sotto i piedi nudi e superata la prima rampa ritrae la mano da corrimano imprecando. Sangue caldo scorre da una moltitudine di tagli ed alla fioca luce vede che il corrimano è spezzato e rovinato, pieno di spunzoni metallici simili a filo spinato.

È il momento di tirare per “Act Under Pressure”, purtroppo è un fallimento.

Il cellulare sceglie questo momento per spegnersi del tutto (elimina le risorse) mentre inquietanti rumori sembrano provenire dal vicolo più avanti, come di grossi topi. Unghie sul selciato e sulle pareti (mostra i segni di una minaccia incombente).

A questo punto Vincent decide di andarsene, tornerà di giorno tanto ormai sa dove vive Madam D.

Butta un’ultima occhiata alla finestra che adesso brilla di luce violacea e scende dalla scala. I rumori della strana sembrano svaniti, i palazzi attorno a lui sono bui e senza vita, incombenti e minacciosi tanto da sembrare molto più alti di prima. I lampioni che illuminavano le strade si sono spenti e le luci dei più lontani sembrano tremolare come fiammelle a gas.

Improvvisamente il suono di una frenata ed un clacson. Vincent inizia a correre in quella direzione mentre il vicolo sembra stringersi e qualcosa fa cadere i sacchi di rifiuti dietro di lui.

Chiedo a Latham di tirare su “See Through the Illusion” per vedere se la sua mente razionale ha o meno il sopravvento o se è passato oltre l’Illusione. Successo completo (un tiro altissimo, tipo un 21)
Latham esulta: “evvai!”. Purtroppo per lui a volte è meglio la pillola blu.

Ecco più o meno cosa vede Vincent
(tratta dal portfolio di Psicoart)
Vincent si volta e vede due mostruosi insetti, come grossi grilli con tante zampe della dimensione di un camion che lo stanno inseguendo camminando sulle pareti dei palazzi mentre la strada davanti a lui inizia a distorcersi come in un sogno. La luce della strada è ormai un punto lontano, sempre più lontano.

“Ma come? ho fatto un supersuccesso… “ mi dice Latham stupito. “Infatti,  quindi percepisci le cose come sono davvero” rispondo senza riuscire a nascondere un ghigno.

Vista la situazione è tempo di un nuovo tiro, stavolta su “Keep it Together”. Fallimento.

La mossa recita più o meno:

Lo stress è troppo per la tua mente da gestire. Il GM sceglie la tua reazione: ti  accasci  impotente davanti alla minaccia, entri in un panico incontrollabile senza il controllo delle tue azioni, soffri un trauma emotivo (-2 Stabilità) o uno che cambia la vita (-4 Stabilità)

Decido di lasciare scegliere a Latham (non mi piace molto l'approccio di Kult che lascia tutto nelle mani del GM) se perdere il controllo delle sue azioni, o subire un “life changing trauma”. Inseguito da quelle cose preferisce la seconda opzione.

Vincent grida e corre a perdifiato verso la luce che sembra farsi sempre più lontana, sente le zampe delle cose dietro di lui e poi. Il buio.

Si risveglia nel suo letto. Madido di sudore, sporco dalla testa ai piedi, il taglio sembra essersi infettato e gocciola un disgustoso pus giallastro. Non ricorda come sia arrivato a casa ma sono passate ore, è il primo pomeriggio. Ricorda chiaramente cosa è successo nel vicolo e cosa più importante, sa che non è stato un sogno. Quelle cose SONO LA FUORI.

La realtà ha iniziato a frantumarsi e non c’è più modo per lui di tornare indietro. Vincent ha perso 4 punti di stabilità (su 10). Chiudiamo la scena.

Nota: Come giustamente mi è stato fatto notare nel gruppo Facebook - Powered by the Apocalypse Italia - in questo caso un successo pieno ha portato ad un tiro di "Keep it together" con effetti devastanti. Questo è contrario al presupposto di essere "Fan dei personaggi". Penso che il problema derivi dal fatto che l'attivatore della mossa “See Through the Illusion”  presuppone il personaggio come parte attiva, deve voler vedere oltre l'illusione. In questo caso quindi non avrei dovuto far tirare ma semplicemente decidere se farlo scappare o usare una nuova mossa morbida. Me ne ricorderò quando Vincent cercherà di recuperare stabilità.

Scena 2 - Sala d’aspetto

Facciamo poi giocare Robert, dato che Ivan ha saltato la sessione precedente. Non diamo una collocazione temporale esatta alla scena. Prima o dopo gli eventi della sessione precedente, non è importante.

Robert è nella sala d’aspetto della sede Newyorkese della NMHA dove William Torthon ha i suoi uffici ad uno dei piani alti di un qualche grattacielo di Manhattan. È da solo, seduto su una scomoda sedia di plastica e sfoglia pigramente una rivista scientifica.

Dato che lo svantaggio “Experiment gone wrong” richiede un tiro “alla prima sessione o quando le cose sembrano sotto controllo” e Ivan non ha ancora giocato (e quindi per lui è la prima sessione) gli chiedo di tirare e ottiene un successo parziale. Ho quindi una presa da usare e decido di farlo subito. Perché porre tempo in mezzo? facciamolo divertire!

Robert è concentrato nella lettura con la testa chinata, ha la sensazione di essere osservato e vede riflesso sul piano di vetro del mobiletto sul quale erano posate le riviste il volto di Jason, la sua vittima. Come se fosse seduto dall'altra parte della stanza, davanti a lui. Decide di fare finta di nulla. È solo un’altra allucinazione.

Sempre con la coda dell’occhio lo vede alzarsi, ne sente i passi mentre si avvicina, ne vede la punta delle scarpe da ginnastica spuntare da sotto la rivista che ormai ha smesso di leggere.

Gli offro una possibilità con un costo: Puoi scappare, naturalmente l’appuntamento con Torthon salta. "No", risponde Ivan, "è tempo che Robert affronti le sue paure".

Alza lo sguardo su Jason.

Lo svantaggio “Repressed Memories” si attiva “in situazioni associate con le tue memorie represse” … direi che ci siamo. Gli chiedo quindi di tirare ed ottiene un successo parziale.
I ricordi riaffiorano nella forma di flashback e/o allucinazioni. Tira su Keep it together.

Nota: questa mossa così come è formulata mi piace poco, è inelegante chiedere un altro tiro all'interno della mossa e nell'ottica dei PbtA superfluo.

Jason gli afferra la testa tra le mani e Robert ricorda.

Vede la stanza dell’esperimento, qualcuno è legato ad una sedia. Cavi fissati con delle ventose sulla fronte e sul petto. Vede se stesso lavorare ad un terminale, controllare valori su grafici in continuo movimento. Terence, il suo assistente, sta controllando che Jason sia ben assicurato alla sedia. Stringe dei legacci attorno ai polsi e alle caviglie. Ma non è Jason il paziente è lo stesso Robert. Si vede come carnefice e come vittima allo stesso tempo.

La sedia viene reclinata all'indietro. Cerca di gridare, di fermare tutto, ma Terence gli mette qualcosa in bocca per impedirgli di mordersi la lingua. Il Robert al terminale è troppo preso dai dati per sentirlo. Il soggetto si sta agitando troppo, forse è il caso di diminuire la dose di siero? Intanto il Robert/Cavia si agita, vede Terence che afferra un qualche strumento appuntito lungo quanto un cacciavite. “Basta! Basta!" vorrebbe gridare.

Questo è il momento perfetto per quel tiro su “Keep it togehter”, che fallisce. Non è decisamente la sua serata. Come ho fatto con Latham lascio ad Ivan la scelta di come proseguire. Può scappare sconvolto dall'esperienza perdendo l’occasione di parlare con Torthon o affrontare tutto e subire uno di quegli eventi che cambiano la vita.

Decide anche lui per quest’ultimo. Del resto gli studi di Robert erano legati all'aumento delle percezioni. Proseguo con la descrizione.

Vede Terence girare attorno alla sua sedia e sparire dal suo campo visivo, o almeno da quello di  Robert/Cavia mentre il Robert/Scienziato vede benissimo la scena dall'esterno.
Terence reclina la sedia in modo che il paziente guardi verso il soffitto. Robert/Scienziato inserisce una serie di codici, preme Invio e guarda Terence che collega l’oggetto ad un tubo ed un qualche liquido inizia a riempire lo strumento.

Robert/Cavia sembra impazzire dal terrore, come vedesse quello che Robert/Scienziato vede. Terence infila con forza il grosso ago dietro il collo di Robert/Cavia e lo spinge su verso il cervello.

Una parte della mente di Robert pensa che non può essere andata così, non è possibile, un’altra sta gridando di dolore. Jason è lì, da qualche parte, che guarda entrambi. Terence ha un’espressione estatica e osserva il soffitto in attesa.

Robert/Cavia vede il mondo crollare, muffa scura ricoprire le pareti, i macchinari arrugginire e disfarsi. L’intonaco del soffitto si stacca ed inizia a cadere. Il muro sembra ritirarsi mentre un buco nero si apre nel soffitto risucchiando la malta, facendola cadere “verso l’alto” e nel buio Robert/Cavia vede qualcosa e quel qualcosa vede lui.

A questo punto la scena si interrompe. Robert è di nuovo nella sala d’aspetto. Solo. Sconvolto decide di andarsene incapace di liberarsi della visione e capire quanto di quanto visto sia un ricordo e quanto una allucinazione. Probabilmente la visione va interpretata, le cose non possono essere andate esattamente così, è una sorta di allegoria ma ... una sola cosa è certa, la cosa nel buio era vera.

Anche Robert perde 4 punti stabilità, presto dedicheranno un’intera ala di un manicomio ai personaggi.

Nota: avevo pensato di far giocare il seguito ad Ivan ma abbiamo tirato tardi con le altre scene e non è stato possibile farlo. Sul momento abbiamo pensato che se ne sarebbe andato ma più probabilmente sarà volato in bagno a vomitare o almeno a sciacquarsi la faccia per poi provare comunque a parlare con William pur sconvolto (dato che era il prezzo da pagare per la fuga, cosa che non è avvenuta). Vedremo la prossima sessione se ripartire da qui.

Scena 3 - Ritorno a casa

È il turno di Alice. Nuovamente non diamo una connotazione temporale precisa, è un freddo giorno d’autunno. Alice vorrebbe rivedere i luoghi della sua prigionia e il suo psichiatra, Bill Miller, acconsente ma la accompagna sul posto. Sarà Latham ad impersonarlo.

Colgo l’occasione per fare qualche domanda in più a Francesca sul periodo della prigionia e collochiamo la “casa degli orrori” nella periferia della città. Una di quelle zone residenziali di villette a schiera con giardino dove tutti sanno tutto di tutti e dove Mr Daddy ha potuto tenere segregate due ragazze per metà della loro esistenza senza che nessuno sospettasse di nulla.

Inizialmente Alice non riconosce il luogo, del resto lo ha visto una sola volta all'estero, di notte mentre scappava. Camminando sul prato tagliato di fresco gli cade l’occhio su una pietra e ricorda. La vediamo in un flashback mentre corre via dalla casa spinta dalla voce della sorella, a piedi scalzi inciampa su quella pietra e cade in avanti. L’erba è alta e il giardino mal tenuto. Si rialza sporca di fango e corre verso le luci della strada. È il posto giusto.

La casa è in vendita anzi, è stata appena venduta. L’agente immobiliare, una tizia sulla sessantina abbondante, sta togliendo in quel momento il cartello “vendesi”.

Parlando con lei, persona decisamente sgradevole, scoprono che gli acquirenti sono una coppia di ragazzi strani, tipo darkettoni “sicuramente dei drogati che ascoltano musica satanica”. Alla richiesta di visitare la casa però si oppone, del resto è già venduta. Con un po’ di persuasione ed un tiro su “Influence an NPC” riescono a strappare una breve visita ma la signora chiede in cambio di essere fotografata con Alice (successo parziale).

Il ritorno a casa è diverso da quanto si era aspettata, le pareti sono state ritinteggiate e le stanze sono vuote, non è rimasto nemmeno un mobile del vecchio edificio. Fortunatamente sono rimaste le luci usate durante i lavori di imbiancatura, non ancora terminati, quindi la cantina è illuminata. La porta segreta che era nascosta dietro un mobile è stata aperta ed allargata diventando un passaggio tra i due vani della cantina.

Bill la lascia da sola in modo che non senta la pressione della sua presenza e sale al piano superiore. Non ne è dispiaciuto dato che una macchia di umidità sulla parete sembrava decisamente troppo simile al profilo di due ragazze che si tengono abbracciate, tremanti.

Trova l’agente immobiliare alle prese con il suo cellulare, scopriranno in seguito che ha condiviso la foto su Facebook e Instagram. Taggandola #ImWithTheMad #TheHorrorHouse #Celebrities.

Nel frattempo al piano inferiore Alice e Claire, perché la gemella è sempre con lei, ricordano i particolari dell’esperienza vissuta. Quando Mr Daddy era solo un tipo strano gentile con loro e di come sia svanito lasciandole a morire.

Nota: in questo momento ci rendiamo conto che non avevamo capito nulla di come Francesca intendesse gli anni di prigionia passati da Alice e Claire. Io avevo immaginato qualcosa alla “sadico torturatore stupratore psicopatico pedofilo” mentre Francesca aveva in mente qualcosa del tipo “persona gravemente disturbata che ha rapito delle ragazzine per trattarle come delle bambole”. A quanto pare Mr Daddy ad un certo punto è sparito lasciandole morire di fame. Vedremo di approfondire in seguito ma è interessante notare come fare infinite domande sia essenziale in questo tipo di giochi e spesso non basti.

Il ritorno di Bill mette fine alle confidenze e prima di andarsene Alice butta un’ultima occhiata dietro le spalle, verso la macchia di umidità che sembra affiorare nel punto in cui per giorni ha stretto a sé la sorella cercando di svegliarla.

Scena 4 - Un lavoro pulito

Dato che nell'episodio precedente il “core” del personaggio di Elisa, il fatto di essere un assassino a pagamento, non è entrato in gioco ho pensato di renderlo più importante. Del resto se il giocatore crea un assassino è perché vuole vederlo alle prese con il suo lavoro. Non avendo molto tempo a disposizione, sono cinque giocatori con non più di 3 ore di gioco, ho puntato ad un approccio un po’ più narrativo con lo scopo di dettagliare meglio la psicologia del personaggio e l’approccio ad un mestiere abbastanza inusuale.

Vediamo quindi Eva alla finestra di un grattacielo, seminascosta dietro delle tende, che guarda dentro il mirino di un fucile di precisione. Il suo bersaglio è oltre le finestre dall'altro lato della strada, dietro ad una scrivania.

Chiedo a Elisa cosa l’ha portata lì e in che modo vengono richiesti i suoi servizi. È “Nick tre-dita” l’armaiolo suo amico a fare da tramite e normalmente a lei non interessano né il committente né la vittima a patto che quest’ultima non sia un bambino. Non uccido bambini, mai (ndGM: mi appunto mentalmente questa cosa, ho già un’idea per il futuro).

Gli chiedo in che modo si prepara all'omicidio e quali informazioni prende sulla vittima. Scopriamo che il tipo ha una moglie e che i soldi sono arrivato da un suo conto. Quindi o la moglie lo vuole far fuori o è un suicidio. Non le interessa particolarmente.

Il tipo, Tom Harvey, sembra abbastanza anonimo. Un avvocatucolo al soldo della Rampart, una società di software e design attiva nel mondo dei servizi digitali per l’alta moda. Una società che non deve passarsela malissimo visto che occupa tre interi piani dell’edificio. Affitti da sei zeri, al mese.

Prende la mira e spara.

I frammenti di vetro della finestra stanno ancora cadendo che il fucile è nuovamente nella sua custodia. Quando raggiungono il suolo lei ha raggiunto il corridoio e lasciato cadere l’arma nel condotto della lavanderia. Qualcuno si occuperà di farlo sparire.
Non ha bisogno di verificare se la vittima è morta, il dolore che sente sulla schiena indica che un nuovo nome si è aggiunto al tatuaggio che via via assomiglia sempre più ad un paio di ali nere.

Scende sulla strada e si infila in una via laterale lontana dalla folla che si sta assiepando all'ingresso dello stabile. Dato che lo svantaggio “Marked” si attiva quando fa volutamente del male a qualcuno le faccio tirare ed ottiene un successo. Per questa volta nessuna complicazione.

Decido solo di aggiungere una punta di soprannaturale, per dare più gusto.

Eva chiude gli occhi mentre l’effetto dell’adrenalina inizia a scemare e per un istante i rumori attorno a lei svaniscono. Nel silenzio riapre gli occhi attirata da qualcosa verso l’alto e vede i grattacieli che la sovrastano come altissimi obelischi neri di vetro e metallo svettare verso un cielo malato. È solo un istante poi le sirene delle ambulanze in arrivo la riportano alla realtà. Tutto è nuovamente come prima, forse è stato solo lo stress.

Nota: non ho richiesto di fare alcun tiro dato che comunque è una mossa morbida (mostrare brutte cose a venire) e non volevo quindi rischiare perdite di risorse (es. stabilità) visto che la mossa era in risposta ad un successo. Ho solo voluto mettere in gioco che, anche solo per un istante, a causa del marchio Eva ha visto oltre l’Illusione. Se lo ricorderà o se tutto svanirà come in un sogno lo scopriremo in seguito.

Scena 5 - Quality time

Dopo gli eventi della sessione precedente Christopher decide di passare un po’ di tempo con la figlia. Il mondo in cui si muove non è certo adatto ad una adolescente e vorrebbe evitarle spiacevoli incontri. Jacopo ci descrive come organizza una giornata barbecue nella sua villa fuori New York cercando di capirla un po’ meglio. La giornata si chiude con Sara che va in camera sua e Christopher che si fa una nuotata in piscina sotto le stelle chiedendosi se sia o meno un buon padre.

Ad un certo punto dal buio una voce con forte accento italiano dice: “Ah… i figli so piezz e core”

Grazie a Elisa questo sarà da oggi
il nostro Mister X
Lo sconosciuto si rivela essere un armadio a due ante in un vestito da diecimila dollari con una bella barba e qualche chilo di troppo. “Praticamente è Cannavacciuolo” dice Elisa e dal quel momento abbiamo trovato l’aspetto del nostro misterioso PNG.

Christopher cerca di recuperare il cellulare che aveva lasciato vicino all'accappatoio ma è Mister X a consegnarglielo. Dicendogli che c’è un messaggio per lui.

Un video di Sara a scuola con le amiche. 
Un rapimento è la prima cosa a cui pensa il nostro Fixer ma lo sconosciuto lo tranquillizza, sua figlia è in camera sua che sta guardando Netflix. "Vista l’età guarderà qualche serie come Teen Wolf" accenna con un sorriso che gli gela il sangue nelle vene.

Lo informa che presto Madam D gli chiederà di fare qualcosa per mettere a tacere qualcuno o comunque nascondere una qualche informazione. Ciò che vogliono, usa il plurale, è quell'informazione.

“Sapete cosa rischio vero? è praticamente una condanna a morte” chiede Christopher.
“Un momento” risponde lui portando la mano ad un auricolare “si è appena addormentata...”

Gli consegna poi un biglietto da visita con il logo Rampart e il nome ed i recapiti di un certo avvocato T. Harvey. “Quando avrà l’informazione che cerchiamo lo contatti, noi ci dimenticheremo di lei e tutto continuerà come prima”.

Improvvisamente un rumore in casa, Christopher si volta per un istante e tanto basta al ricattatore per sparire senza traccia. Bestemmiando corre verso la camera della figlia presagendo il peggio, bussa più volte fino a che lei, intontita dal sonno, non apre la porta.
Christopher tira un sospiro di sollievo e si scusa per averla svegliata, quando lei rimette a posto il laptop ancora aperto su Netflix vede il titolo del programma che stava guardando: Teen Wolf.

Il giorno dopo la villa viene messa sottosopra in cerca di microspie. Il laptop di Sara è stato hackerato, webcam e microfono utilizzati per spiarli, ma questa è l’unica traccia, a parte il fatto che nessuno degli allarmi all'esterno è scattato. Probabilmente sono stati manomessi ma nessuno capisce in che modo. Così come non vengono trovati segni di passaggio nel bosco attorno alla villa. Fa qualche telefonata e consegna il laptop ad alcuni esperti di sua fiducia nella speranza di trovare qualche indizio che consenta di risalire ai ricattatori. Deve muoversi con cautela, il video della figlia dimostra che possono arrivarle molto vicino.

Scena 6 - MDA

È nuovamente il momento di Vincent. Partiamo subito dopo gli eventi della prima scena.

Il gigolò è sotto la doccia mentre cerca di lavare via, senza successo, insieme allo sporco il ricordo della nottata. Quanto ha visto non è concepibile ma ha la tragica certezza che sia solo la punta dell’iceberg. Chi è Madam D? da dove viene il suo profumo?

Perso nei suoi pensieri sotto una cascata di acqua bollente quasi non sente il telefono. È uno dei suoi clienti che chiede la conferma per la serata. Vorrebbe negarsi nuovamente ma alla fine cede. L’avvocato è una brava persona, sposato e tranquillo anche se un po’ insistente. Sa già come andrà, si farà offrire una bella cena poi a casa sua, la moglie sarà come al solito via per lavoro, una rilassante scopata senza sorprese e un po’ di soldi nel portafoglio. Ha clienti decisamente peggiori.

Si prepara ed esce di casa senza mettere il suo profumo speciale. Tom Harvey lo adora già così, non ha bisogno di trucchi per sedurlo.

Facciamo un salto nel tempo alla serata e tra una chiacchiera e l’altra Vincent viene a sapere che Tom è su di giri per il lavoro. Non gli ci vuole molto per sciogliergli la lingua venendo a sapere che la Rampart, la software agency per cui lavora, specializzata in servizi per la moda di alto livello sta per fare il grande salto ed essere quotata in borsa. Ha appena acquisito alcune software house orientali attive nel mondo delle criptovalute e presto invaderanno il mercato del sud est asiatico. “Potresti regalarmi qualche BitCoin allora”, dice scherzando il gigolò poi gli torna in mente un particolare: “servizi per la moda”. “Non è che per caso conosci Madam D?”. Tom sembra un po’ sulle spine ma conferma che il grande salto da piccola software house alla compagnia attuale lo hanno fatto proprio grazie ai primi lavori per la Delice. In ogni caso la cena è finita ed è tempo di divertirsi.

Giunti a casa Tom gli offre un goccetto e Vincent capisce che qualcosa non va, le sue percezioni iniziano a vacillare, il mondo sembra allontanarsi mentre lui sente un forte calore ed una generale eccitazione. “Ma… cosa mi hai dato?” chiede. “Ma come? Non mi avevi detto che ti piaceva farlo così? sapessi quanto mi è costata questa roba. Ma è MDA di quella buona”.

Nota: Ho usato una delle prese di “Liar” che avevo a disposizione, Latham deve aver scelto lo svantaggio perché gli sembrava poco pericoloso ma è in realtà una miniera di occasioni per me.

Vincent cerca di fuggire ma senza successo, Tom lo sbatte faccia al muro ed inizia a spogliarlo. “Sai, pensavo di non chiamarti dopo lo scherzetto di ieri. Credevi che non avrei scoperto che te ne sei andato alla festa da Sanders? Hai pure postato su instagram la foto con quella puttanella. Dì, te la sei fatta poi?”
L’ultimo pensiero cosciente del gigolò riguarda il preservativo, se lo sarà messo? A giudicare dal dolore la risposta è probabilmente negativa ma non ha tempo per quello, la droga sta iniziando a fare effetto e per qualche motivo gli sembra che le venature del muro contro cui gli sta premendo la faccia assomiglino a quelle del bambù.

Chiedo a Latham di fare un tiro su “See Through the Illusion”, è sotto effetto di droga e l’esperienza della notte precedente lo rende suscettibile ad influenze esterne. Per sua fortuna non ha usato il profumo.

Il tiro è un fallimento. Il muro sembra svanire sostituito da veri bambù e Vincent cade in avanti attraverso di esso. Nel fango. È nudo, attorno a lui una leggera nebbia, non sente più le gambe e nonostante cerchi di avanzare strisiciando qualcosa lo tiene ancorato. Alza lo sguardo e vede un grosso animale, una tigre, muoversi tra le piante. “Raja?” pensa sorpreso prima che lei gli si scagli contro. Viene sollevato come un sacco di stracci e il dolore che sente quando con le zampe posteriori lei gli apre il ventre sembra distante, come se fosse di qualcun altro il grido straziante che rimbomba nella nebbia. Per un attimo un pensiero gli attraversa la mente, sorprendente nella sua assurdità: “è ora come faccio a lavorare senza cazzo?” poi Raja gli affonda le fauci nell'intestino ed inizia a divorarlo. Il suo muso sporco di sangue è l’ultima cosa che vede prima di affondare in un mare vermiglio.

È il momento di un altro tiro su “Keep it togheter”, non è certo la serata di Latham e perde un ulteriore punto di stabilità arrivando a “Neurotic”, un passo appena dal livello di stress critico.

Nota: Solo uno perché tutto sommato, vede l’esperienza per quella che è, un sogno assurdo causato dalla droga.

Vincent si sveglia con l’odore del caffè. È a letto, Tom ha preparato la colazione. “Avevi ragione, è stato fantastico” gli sussurra posando un vassoio sul letto.

Ancora stordito Vincent mangia con voracità. Latham pensa di usare il suo vantaggio “Seducer” che gli consente di far innamorare le persone di lui quando condividono un momento di intimità. Tira ed ottiene un successo pieno. Ha la possibilità di sfruttare tre prese per: farsi dare qualcosa, farsi rivelare un segreto o farlo combattere per proteggerlo.

Decide di chiedergli più soldi, magari in criptovaluta e di avere notizie di Madam D. Tom promette che penserà lui a tutto ma adesso deve andare in ufficio. Si risentiranno presto.

Chiudiamo la scena.

Scena 7 - Occupati di lui

La sessione è ormai giunta al termine ma decido di giocare una mini-scena per creare un buon cliffhanger.

Qualche giorno dopo Christopher riceve la visita di Katlin che senza tante cerimonie gli consegna un telefono e lascia la stanza. All’altro capo del filo Madam D è di pessimo umore.

La telefonata è di quelle che non lasciano margine di dubbi e la richiesta semplice: a quanto pare un certo Vincent Macaluso ha avuto accesso ad un’informazione che non avrebbe dovuto avere e per la quale deve morire. Ordina a Christopher di risolvere il problema. Nulla di più, nulla di meno.

Decisamente non è la serata di Latham.

Scena 8 - <3

Chiudiamo la sessione con un’ultima scena. Vediamo Tom nel suo ufficio davanti al computer. Un sorriso deliziato sul volto mentre rilegge una email della quale vediamo solo il destinatario, Vincent e l’oggetto “Delice for you <3”.
Con soddisfazione preme Invio e appoggia la testa allo schienale. Un tonfo sordo, il vetro della finestra va in frantumi, il cervello dell’avvocato colora come un’opera astratta la parete bianca dietro di lui.

Buio in scena.

Conclusione

A fine sessione assegno i punti esperienza come da regolamento e questa volta sono più cospicui in virtù dei Dramatic hooks risolti (Alice, Christopher e Vincent). Purtroppo il gioco di Eva è risultato un po’ ridotto ma la prossima sessione sarà più incentrata su di lei.

Alice arriva a 5 px e decide di aumentare una delle sue abilità. Intuition raggiunge il punteggio massimo di +3 che unito al +3 che già ha in Soul mostra evidentemente il tipo di storie che vuole raccontare.

Questa sessione ha sicuramente dimostrato che giocare con cinque giocatori a Kult - Divinity Lost, è difficile. Non avendo un “party” dobbiamo dividere lo spotlight tra i personaggi in scene e a volte queste tendono ad essere piuttosto lunghe.

Ho apprezzato il contributo di Latham come Dr Miller e credo che assegnerò ancora dei PNG ai giocatori in modo da renderli più partecipi in scene nelle quali non sono presenti i loro personaggi principali.

È stato molto divertente giocare le scene in questo ordine, non avevo preparato nulla e la scena dell’assassinio è stata un’ispirazione del momento. Per puro caso ho deciso di mettere in gioco un avvocato delle Rampart (una delle minacce create per la campagna) e solo giocando ho creato il personaggio di Tom. Senza una collocazione temporale precisa le scene di Vincent e Christopher sono risultate arricchite dal sapere che fine avrebbe fatto l’avvocato ancor prima di inserirlo in gioco. Ho apprezzato soprattutto le opportunità legate all'innamoramento con Vincent che ha fornito una insperata umanità ad un personaggio che avevo pensato inizialmente anonimo.

Grazie al povero Tom credo di essere riuscito a legare abbastanza bene tra loro i personaggi. Alice e Robert ne restano per ora fuori ma i possibili sviluppi dovrebbero rimediare a questa mancanza. Difficile dirlo senza sapere cosa faranno i personaggi. Probabilmente la nostra campagna seguirà la falsariga di quella di Urban Shadows (che potete leggere qui) con trame parallele che si incrociano spesso, con gruppi ridotti di personaggi.

In ogni caso le cose si stanno facendo molto più divertenti e la realtà ha iniziato a collassare attorno ai nostri eroi. Vincent e Robert hanno raggiunto il livello di stabilità che comporta un malus di 2 ai tiri per gli svantaggi e un -1 ai tiri di “Keep it together”. Sarà sempre più difficile per loro mantenere la mente lucida, e le cose precipiteranno velocemente considerando che i tiri sugli svantaggi vengono tirati a +0. Un malus di 2 comporta un gran numero di prese per me. Raggiungeranno la divinità perduta o si perderanno definitivamente?

L'immagine iniziale è tratta da: Pixabay

Commenti