Kult - Divinity Lost - EP 10 - Anime prigioniere


Con il decimo episodio della campagna “La mela avvelenata” di Kult - Divinity lost chiudiamo alcune delle trame e finalmente i nostri protagonisti arriveranno ad un epilogo. Di che tipo? non vi resta che leggere questo penultimo Actual Play.


Potete trovare tutti gli episodi della serie nella pagina dedicata alla 4a edizione di Kult.

I protagonisti sono:
  • Broken (Alice Draper) - Francesca
  • Broken  (Vincent Macaluso) - Latham
  • Ronin (Eva Price) - Elisa
  • Fixer (Christopher) - Jacopo
  • Scientist (Robert) - Ivan 

Scena 0: Dramatic Hooks

Volendo portare a conclusione le trame abbiamo preso un po' più di tempo per creare i Dramatic Hooks, ho chiesto ai giocatori di farlo prima della sessione.

  • Alice vuole vendicarsi di MrDaddy, uccidendolo dopo che avrà confessato.
  • Claire (si, ne ha uno diverso da Alice) vuole che MrDaddy soffra come è accaduto a lei, lasciandolo a morire da solo di fame e di sete, prolungando il supplizio più a lungo possibile.
  • Vincent vuole uccidere Madam D. Vuole inoltre uccidere la sua famiglia, non sopporta l'idea che debbano vivere in questa terribile realtà nella speranza che la morte sia per loro una liberazione.
  • Eva avrà un incontro rivelatore con la sua famiglia, troppi sono ormai gli indizi che legano a loro il suo marchio. È il momento di un faccia a faccia.
  • Christopher deve risolvere una volta per tutte il problema Madam D. Deve pagarla per quello che ha fatto a Sara.
  • Robert vuole ripetere l'esperimento e affrontare Terence per scoprire chi fosse il quarto uomo.

Scena 1: Una rivelazione inattesa

Iniziamo con Robert. Uniamo i suoi due hook in uno solo e iniziamo la scena nel laboratorio di Robert nei sotterranei della NMHA.

Robert e Terence stanno ultimando i preparativi, manca solo la cavia e decido di fornirla su un piatto d’argento, non voglio perdere tempo con scene di intermezzo. “Jerome lavora alla mensa, lo hai notato ieri, lo fanno molti studenti in cerca di soldi, è un ottimo sistema per avere l’occasione di incontrare quelli che potrebbero essere i futuri datori di lavoro”. gli dico.

Decisamente una coincidenza fortunata, persino troppo.

Prima di andare a “prelevare” Jerome, Robert decide di fare qualche domanda a Terence riguardo alla presenza del quarto uomo durante l’esperimento (vedi episodio precedente - Le bambine buone) ma lui nega di ricordare alcunché. Ivan mi chiede di usare la mossa Read a person, per avere maggiori informazioni. Ottiene un successo parziale e gli dico che Terence sembra molto coinvolto in questo nuovo esperimento, come aveva già notato in precedenza. Non sembra mentire o almeno lo sta facendo molto bene anche se nota qualcosa: sembra che il suo assistente si senta insicuro, si sta occupando di controlli di routine, anche se scrupolosamente, lasciando a lui le cose più complesse. Strano modo di fare, forse dettato dai sensi di colpa per il fallimento precedente.

Robert è deluso dalla risposta, sicuro che ci fosse qualcun altro e sospettando il coinvolgimento di Terence decide per un cambio di programma. “Ok” mi dice Ivan “Proseguo con l’esperimento, ma la cavia sarà Terence!” (il fatto che Terence sia una relazione a +1 per Robert dimostra quanto poco abbiano avuto influenza le relazioni nello sviluppo del personaggio di Ivan ndGM).

Colpo di scena.

L’idea non è male, Robert gli si avvicina alle spalle e con una rapida iniezione di narcotico nel collo lo addormenta. Non c’è bisogno di tirare alcuna mossa, la situazione la rende automatica.

Dopo aver legato strettamente Terence al lettino gli inietta una droga per sciogliergli la lingua e approfittando dello stato di dormiveglia inizia a fargli qualche domanda. Prima di ripetere l’esperimento vuole scoprire qualcosa sul misterioso quarto uomo.

R - “Chi c’era con noi?”
T - “Non ne ho idea, non ricordo.”

R - “Perché vuoi che ripeta l’esperimento?”
T - “Questo luogo mi fa schifo. Odio tutto di questo posto, voglio tornare indietro.”

La risposta non ha senso.

R - “Dove vuoi tornare?”
T - “All’Inferno.”

Ok, le cose si stanno facendo decisamente strane. È solo una coincidenza o le luci sembrano essersi abbassate?

Prima di continuare Robert si guarda attorno, c’è qualcosa che potrebbe essergli utile in caso di pericolo? Tira per Observe a situation e ottiene un successo parziale. C’è un defibrillatore, peccato che sia un po’ lontano.

R - “Cosa è accaduto durante l’esperimento con Jacob”
T - Avete aperto una soglia, io l’ho attraversata”

R - “Sei Terence?”
T - No”

È solo una sensazione o inizia a fare più caldo?

R - “Chi sei veramente?”
T - “Sono la tua morte, STRONZO!”

Il braccio di Terence scatta verso l’alto strappando senza fatica il legaccio di sicurezza ed afferra alla gola Robert.

Robert ha il vantaggio “Genius” che gli consente di scappare da situazioni di pericolo grazie a trovate geniali, tira su Soul e ottiene un successo pieno.
Ha tre “prese” che gli consentono di: evitare i danni, infliggere più danni o fare in modo di sacrificare qualcun altro al posto suo. Quest’ultima non è utilizzabile dato che è da solo.

Usa la prima per “evitare il danno” e decidiamo che Robert si fosse preparato per ogni evenienza, tira fuori da sotto al lettino una siringa piena di veleno e la inietta nel braccio di Terence, che lo lascia immediatamente andare.

È il momento in cui le cose iniziano ad andare veramente male.

Il braccio si irrigidisce ed ha uno scatta improvviso, Robert può sentire il rumore delle ossa che si spezzano. La carne si lacera con un sonoro “strap” come un lembo di stoffa e dalla ferita esce una punta metallica grondante liquido nero. Il corpo inizia ad agitarsi in preda alle convulsioni mentre cerca di liberarsi freneticamente dai legacci.

“Il defribillatore!” pensa, lo afferra e prova a dargli una forte scossa direttamente sulle tempie. Tira su Engage in combat ed ottiene un successo parziale (sarebbe stato un fallimento ma avendo agito in seguito ad "Osservare una situazione" precedente ha un +1) e aggiunge un ulteriore +1 ai danni per effetto della seconda presa di Genius (totale 3 danni).

Parte la scarica, il camice di terence si lacera mentre parte della cassa toracica sembra esplodere lasciando uscire lame metalliche. Dato che è un successo parziale si espone al contrattacco. L'essere afferra le mani che ancora reggono il defibrillatore nelle sue e inizia a stringere, Robert sente le ossa scricchiolare ed agisce quasi d’istinto togliendo il freno al lettino e dandogli un calcio per allontanarlo da sé.

Così facendo ha nuovamente evitato i danni ma ha usato la sua ultima presa di Genius.

Mentre la cosa che era Terence si sta liberando definitivamente dal lettino è il momento per Robert di affrontare la rivelazione e tirare su Keep it together. Ottenendo un fallimento.

Ha due opzioni: può perdere il controllo delle sue azioni e subire 2 punti di stabilità o subire un impatto devastante per la sua psiche, perdendo 4 punti di stabilità, ma mantenendo il controllo. Sceglie questa seconda opzione, la sua stabilità scende pericolosamente ad un passo dalla follia (è a livello “irrazionale”). Se ne preoccuperà in seguito, se sopravvive.

Terence solleva il lettino scagliandoglielo contro, Robert tenta di scappare dalla porta. Di nuovo si sente la mancanza di una mossa “escape a situation” e come al solito usiamo “Act under pressure”. È un successo parziale, evita i danni ma non scappa. Il lettino si schianta contro la porta, bloccandola.

Quando l’essere si getta su di lui Robert prova a difendersi con un bisturi colpendolo ai fianchi mentre l’altro lo sta stritolando in una morsa sovrumana. Del volto affascinante di Terence non resta che una maschera terrificante, la pelle è scivolata via dalla mascella fatta di lamine metalliche affilate, tendini neri e denti simili a chiodi arrugginiti.

Terence infligge 2 danni a Robert che può tirare su “Avoid harm”, con -3 (-1 per il suo valore di fortitude e -2 perché ha subito 2 danni). Fallisce miseramente e subisce una ferita critica. Le costole si spezzano danneggiando i polmoni. Un fiotto di sangue gli esce dalla bocca mentre con le sue ultime forze infila il bisturi nell'occhio della cosa.

Crollano entrambi al suolo. Mentre Robert striscia verso i suoi medicinali nella speranza di trovare qualcosa per ridurre almeno il dolore e consentirgli di respirare, Terence si dibatte negli spasmi dell’agonia per poi immobilizzarsi, terrificante ibrido di carne, metallo e sangue. Robert si inietta un potente antidolorifico e subito sente la testa farsi più leggera, ha poco tempo prima che i medicinali facciano effetto facendolo crollare, se riuscisse a raggiungere qualcuno… a chiamare aiuto…

Non sta ancora sognando quando sente il rumore dietro di sé, non ha bisogno di vedere la cosa che si rialza, ma si volta comunque accettando il suo fato.

BLAM! la testa di Terence si piega di lato mentre il cervello e gran parte della testa schizzano su una parete. Ormai in dormiveglia vede Bill Torthon entrare con la pistola in pugno, “ma la porta non era bloccata?” pensa l’ultima parte razionale rimasta sveglia.

BLAM! BLAM! BLAM! continua a sparare infierendo sul corpo riverso al suolo che ancora stride e si dibatte come un insetto alieno di un qualche film di fantascienza.

“Maledetti, sono duri a morire...” dice Bill dopo che la cosa è definitivamente spacciata.

L’ultimo pensiero di Robert prima del coma è per lui: ...era Bill quel giorno con noi, durante l'esperimento…”

Nota: i mostri in Kult hanno una serie di “step” relativi alle ferite, nel caso di Terence l’ultimo “step” prima della morte (era infatti sceso a 1 solo danno) era “cade a terra come morto per poi rialzarsi” quindi la scena non è stata un colpo basso nei confronti di Ivan. Essendo però Robert ormai quasi privo di sensi e drogato farlo divorare non sarebbe stato un granché come finale, ho quindi preferito far intervenire Bill in modo da giungere ad un epilogo più significativo.

Scena 2: Madre

Direi che Robert ha avuto il suo spotlight per questa sessione, passiamo ad Alice, Christopher e Eva che avevamo lasciato alla fine della sessione precedente alle prese con Mr. Daddy.

Chiedo a Jacopo di descriverci meglio il magazzino, e’ nella zona del Porto di New York, un grande capannone pieno di container prestato spesso alla malavita o usato per il contrabbando. Ha dato ordine di non essere disturbato per nessun motivo e se volesse il magazzino potrebbe rimanere inutilizzato per mesi, perfetto se vuoi farci morire dentro di stenti qualcuno.

Nota: ho trovato interessante che inizialmente i tre abbiano cercato di spostare la scena, volevano un luogo ancora più sicuro, questa è la forma mentis del giocatore tradizionale che vuole ridurre i rischi, “mettersi al riparo” dalle fregature del master. Ho cercato di far capire loro che dovevano guardare la storia attraverso la lente di una cinepresa. Se una location o una scena non sono importanti perché metterle in gioco? Quindi abbiamo proseguito nel magazzino.

La scena è durata un po’ mentre Eva ed Alice/Claire in particolare cercavano di farlo parlare, specialmente del suo tatuaggi, l’argomento preferito da Eva. Non sono stati fatti tiri particolari e le informazioni che hanno ottenuto delineano una  personalità debole con grossi conflitti irrisolti con la madre, che ha ucciso da giovane.

Sembra che ad un certo punto abbia iniziato a sentire la voce della madre morta che gli suggeriva come trattare “i suoi tesori”, cosa che ha sempre fatto con dedizione.

“Voi siete state quelle che ho amato di più! non volevo abbandonarvi” ha confessato piagnucolando, è stato il Senatore a dirmi che dovevo continuare, passare ai prossimi e che Mamma non mi avrebbe più voluto bene se non lo avessi fatto”.

A queste parole, comprensibilmente, Eva sobbalza (vedi sessione precedente).

Nota: in realtà c’è stato un tiro, non ricordo per quale motivo, forse per convincerlo a parlare o per capire se stava dicendo la verità, che ha richiesto un costo da pagare. Legare Mr Daddy al Senatore mi è sembrata una cosa deliziosa da fare. A quanto pare questo “Senatore” e’ anche la figura che lo ha protetto, gli ha permesso di mettere in scena la sua morte e gli ha offerto protezione in una base militare americana. Un bruttissimo segno.

Nel frattempo Christopher si guarda attorno preoccupato ,le luci sembrano essersi abbassate ed ha la spiacevole sensazione (supportata dal suo vantaggio “Sesto senso”) che stia per accadere qualcosa di molto brutto.

E’ Alice la star del momento e chiedo a Francesca come andrà avanti la scena, Eva ha ormai saputo quello che voleva quindi e’ il momento di chiudere la trama delle gemelle.

Entrambe vogliono la morte di MrDaddy e la vendetta, Claire vuole farlo soffrire come e’ accaduto a lei, magari chiudendolo in uno dei container per farlo morire di fame, da solo. Alice vorrebbe farla semplicemente finita il più velocemente possibile.
Poi ha un’idea. Alice/Claire prende un coltello ed inizia ad incidere la pelle di MrDaddy, per strappargli dalla schiena i nomi delle sorelle, iniziando da quello di Alice.
“No, non lo fate, quei nomi sono della Madre, Lei non ve lo permetterà, voi non potete…” 

Mentre Eva lo tiene fermo Alice continua nella sua opera davanti ad un incredulo Christopher, la mente di Alice sembra scivolata definitivamente altrove.

Quando le luci iniziano a sfarfallare in risposta alle grida di Mr.Daddy si fermano poi, con un tonfo, uno dei container si spalanca. Va via la luce.

Nel buio Alice/Claire strappa il nome mentre in distanza sentono qualcosa di grosso muoversi sulla porta di lamiera caduta al suolo, producendo rumori terribili. Eva, usando il cellulare per illuminare, si inoltra nel buio mentre Christopher scappa cercando l’uscita.

La prima a vedere cosa sta accadendo è Eva che nella semioscurità appena rischiarata dalla torcia del cellulare. Una figura nuda e gemente che striscia fuori da uno dei container sulle braccia trascinandosi dietro le gambe ridotte a moncherini sanguinanti. Gli occhi sono orbite vuote e bruciate mentre una cavezza gli blocca la bocca in un’espressione di perpetuo dolore mostrando denti giallastri e contorti.

Non è quello però a terrorizzarla ma la catena che dalle figure, perché altre simili ne stanno uscendo, scompare nell'oscurità del container come se qualcuno, o qualcosa, le stesse tenendo al guinzaglio.

È il momento di tirare su “Keep it together” e anche lei come Robert fallisce. Può subire un brutto colpo (da 4 punti di stabilità) o mantenere il controllo o agire in modo istintivo perdendone solo 2 punti. Decide per questa seconda soluzione ed inizia a sparare contro le cose, svuotando le automatiche raffica dopo raffica. Il cellulare cade a terra, spegnendosi.

Nel buio illuminato appena dalla luce degli spari che crivellano le patetiche creature qualcosa esce dal container ed in quel momento termina i colpi. Eva, paralizzata dal terrore, sente qualcosa di grande e pesante passarle accanto, è qualcosa di malvagio, di matronale. “Madre”, si trova a pensare prima di essere colpita dall'odore che quella cosa porta con sé, violette, come l’acqua di colonia delle nonne.

Il tempo sembra essersi fermato, Christopher ha aperto la saracinesca all'ingresso ed è corso fuori verso la macchina: “di qua, forza, scappate!” ha fatto in tempo a gridare poi l’ultima sillaba è rimasta sospesa, come un eco ripetuto all'infinito e per un lunghissimo momento ha la sensazione di essere sospeso nel vuoto.

Solo Alice e MrDaddy ne sembrano immuni e in quel lunghissimo istante le due gemelle parlano tra loro per l’ultima volta. Nella fioca luce che giunge dall'ingresso spalancato Alice vede Claire che le porge il lembo di pelle con il suo nome. “Vai, sei libera ora.” le dice Claire prima di baciarla fraternamente sulla bocca, stringendola a sé per un’ultima volta. “Scappa.”

Corre vie mentre le lacrime le rigano gli occhi, per la prima volta veramente libera, per la prima volta terribilmente e disperatamente sola.

Nel frattempo la voce di MrDaddy risuona quasi isterica: “No, Madre! io non ho fatto nulla! no, Madre...” per proseguire in un grido disarticolato di orrore, punteggiato dal rumore di cose che vengono strappate.

Quando il tempo ricomincia a scorrere ed Eva ha recuperato il controllo si guarda attorno. MrDaddy è ancora legato alla sedia, scarnificato. Qualcosa gli ha strappato la pelle della schiena, delle spalle e del braccio destro, rimuovendo il tatuaggio anzi, trascinandolo via a giudicare dalla strisciata di sangue che sembra rientrare nel container. Traccia di sangue all'interno della quale non può non notare delle impronte minute di piedi nudi, come quelli di una ragazzina, diretti verso il buio.

Nota: È stata Francesca a proporre il finale in modo molto naturale, non ci sono stati tiri per gestire la fuga di Alice ed il sacrificio di Claire, avrei voluto usare la scena per far trapelare qualche informazione in più sul tatuaggio e sulla “Madre” ma la conclusione della trama di Alice mi è sembrata tanto naturale da essere quasi perfetta. Anche l’idea delle impronte di Claire che seguono la Madre nell'oscurità è stata un'idea di Francesca che ho apprezzato molto e alla quale non avevo pensato, concentrato sull'immaginare la fine di Mr.Daddy.

Scena 3: Un luogo sicuro

Passiamo a Latham che non ha ancora potuto giocare. Dato che non sappiamo cosa sia accaduto a Vincent alla fine della scorsa sessione lo chiedo direttamente a lui. “Si è sicuramente fatto una dose, ma non per strada con quelle cose che vede ovunque, probabilmente cerca un posto sicuro, la sua vecchia palestra”.

Palestra che si trova dall'altra parte della città.

Descriviamo Vincent che, in preda alla crisi di astinenza ciondola per i vicoli bui della capitale cercando di evitare le strade più battute e gli incombenti grattacieli di vetro e acciaio. Fino a raggiungere il fiume. Lo lasciamo a metà della passerella, pochi metri sotto il traffico notturno, aggrappato ai corrimano di metallo guardando verso le acque nere decine di metri sotto di lui.
Senza più energie decide di abbandonarsi all'oblio e si inietta il veleno degli dei.
Vediamo una siringa che precipita da una mano inerte verso il nero fiume.

Scena 4: Morte alla puttana di babilonia

Risolto il problema di cosa sia accaduto nel passato pensiamo al futuro. Il suo Dramatic Hook è relativo a Madam D e Vincent sembra intenzionato ad andare a casa sua per aprirle un buco nello stomaco con un fucile a pompa, risolvendo per sempre la questione.

Il problema è come reperire le armi. Christopher è la soluzione più probabile e dato che non abbiamo ancora giocato l’incontro tra i due dopo il suo ritorno quale occasione può essere più propizia?

Nuovamente usiamo il vantaggio “Wayfinder” come giustificazione narrativa e apriamo la scena con Vincent che sbatte pesantemente i pugni contro le porte della villa fuori New York del Fixer, come ci sia arrivato non è importante, ha camminato per tutta la notte lungo le strade della follia.

Christopher è a letto, ancora vestito, ubriaco di ottimo whisky ma pur sempre ubriaco. Viene svegliato dal martellare incessante di Vincent. La tigre, oltre la porta, ruggisce furiosamente. “Rajha!, basta!”“ma non potevo prendermi un cane come tutti?” pensa mentre butta giù un’altra sorsata per fermare il doloroso mal di testa che arriverà a breve. “Ma chi cazzo…” pensa guardando dalla finestra.

Vede Vincent, vestito di tutto punto, ma male. Gli abiti sembrano di una misura più grande, o forse è lui ad essere dimagrito e qualcosa nel suo portamento è cambiato, come se non fosse più lo stesso. Nel suo lavoro saper giudicare le persone è fondamentale e lui conosce bene quella cieca determinazione, ha già visto quella sorta di orgoglioso disperato contegno, negli occhi di persone ad un passo dal suicidio.

“Mi sono rotto il cazzo, è l’ora di finirla.” Dice “Ho bisogno di armi, voglio ammazzare quella puttana! è tempo di farla finita.” dice quasi d’un fiato. “Qualunque cosa, basta tu la smetta con questo casino” fa in tempo a dire prima di vomitare l’anima.

Forse i postumi della sbronza, forse gli eventi della sera precedente, ma l’idea di far fuori Madam D non gli sembra così peregrina.

Calma a fatica la tigre ed apre la porta. Rajha annusa appena il nuovo venuto e poi, con un verso strozzato di repulsione, si allontana.
Effettivamente Vincent ha un profumo diverso dal solito, odora di qualcosa di sbagliato.

Un'idea inizia a formarsi nella mia mente e chiedo a Jacopo dove si trova Sara. È in clinica, sotto controllo medico per aiutarla a risolvere il suo problema di anoressia.

Vista la mia domanda (un po' di naturale metagame) Jacopo pensa di sincerarsi della sua condizione. Christopher telefona alla clinica per sapere come sta Sara, gli viene risposto che vista l'ora sta dormendo ma che è tranquilla. Rassicurato segue Vincent anche se... un tarlo ... qualcosa non quadra ma non riesce a focalizzare.

Scena 5: Una proposta irricevibile

Iniziamo la nuova scena all'alba, nel vicolo dove si trova l’appartamento di Madam D. La volta precedente (vedi episodio cinque - Le cose segrete) sono giunti qui al tramonto, sembra quindi quasi poetico concluderne la storia all'alba.

Entrano armati di fucili e pistole.

Da subito si rendono conto che c’è qualcosa di sbagliato, il luogo è troppo silenzioso e giungono all'appartamento senza trovare resistenza. Vincent vorrebbe uccidere tutti, pur non dicendolo l’intento è ben visibile nella follia che alberga nel suo sguardo ma Christopher è ancora troppo ubriaco o forse stordito dal mal di testa sempre più feroce, da curarsene.

Il terzo piano è sporco e buio, nell'aria aleggia l’odore di sudore, sesso, feci ed urina e dei folli guardiani in attesa uno solo si dirige verso di loro. Un adolescente seminudo con indosso un paio di slip di colore ormai irriconoscibile, magro fino all'osso, che chiede loro se hanno notizie di Lei.

È tanto che non esce, ma lui sa che tornerà, non lo avrebbe mai abbandonato in quel luogo, Lei gli vuole bene, lui è importante per Lei. Servono alcuni secondi al Fixer per riconoscerlo, il ragazzino che adorante le stava massaggiando i piedi al loro ultimo incontro. Quando lei, voluttuosamente sdraiata sul divano, gli si era offerta. Non gli serve l’improvvisa quanto dolorosa erezione per ricordargli come è continuata la scena.

La porta dell’appartamento è aperta, “RicordateLe di me, diteLe che io sono qui per Lei, sempre… sempre...” sono le ultime parole del giovane prima che lo chiudano fuori.

Anche l’interno dell’appartamento è buio e vuoto. I neon pulsanti e le lampade avveniristiche sono spente mentre su tutto aleggia un’aria di abbandono. Mentre Cristopher si guarda in giro Vincent cerca di “sentire” il luogo, da quando è tornato vede le cose come sono veramente (ha il vantaggio Enhanced Awareness, ndGM) e questo luogo non è certo quello che appare. Tira con Soul e ottiene un successo, il luogo gli appare come è veramente: una foresta di altissime colonne di ogni stile, forma e dimensione, come una blasfema cattedrale la cui volta si perde in altezze irraggiungibili. In lontananza una porta conduce sempre più in profondità in quella che è, si accorge con orrore, una delle dieci impossibili Cittadelle assise attorno al terribile Abisso (vedi episodio 8 - Azioni e reazioni)

Christopher trova un cellulare posato con attenzione al centro del divano e nel momento in cui lo prende in mano vibra per una notifica: “hai un messaggio su Whatsapp”. Il numero è sconosciuto, il messaggio un video con una didascalia: “Dimenticala ed io dimenticherò te”.

La voce! improvvisamente Christopher ripensa alla telefonata alla clinica. Ha risposto un uomo, ma nel turno di notte ci sono solo infermiere!

Con crescente orrore preme il play. Sua figlia è legata ad una sedia, circondata di persone delle quali non si vede il volto. Piange, è spaventata, la camera si muove intorno alla stanza e passando, quasi senza soffermarsi, inquadra una porta socchiusa oltre la quale è ben visibile una “stanza del piacere”. Conosce bene quel posto, è il bordello nel quale Madam D gli ha fatto uccidere quella prostituta, il Blue Lantern e lui sa benissimo che genere di film vi si girano, lo ha sempre saputo, un genere malato per ricchi perversi, nel quale le protagoniste non sopravvivono.

Disperato telefona a Elise Garrow: “Quella troia ha rapito mia figlia, o lei o io, hai detto che mi avresti aiutato. Ho bisogno di aiuto adesso.”
La voce dall'altro capo del telefono è quasi dispiaciuta: “Lei è troppo forte per me, non posso agire, non in questo modo… troppo diretto… pensaci, ti sta offrendo una possibilità di tornare nelle sue grazie, adesso non mi credi ma fidati, la famiglia è solo una catena, liberartene è la cosa più bella che ti potesse capitare, dovresti cogliere questa occasione”.

“No. Mai.”  risponde lui.

“Allora non potrò proteggerti, mi dispiace, andrai incontro alle conseguenze della tua scelta.” È vero rammarico quello che sente nella sua voce?

“Ok, ma promettimi una cosa, una sola: che ti prenderai cura di Sara, che proteggerai mia figlia”.

“Questo posso farlo, lo farò… per te” dice dopo una lunghissima pausa.

Scena 6: Il Blue Lantern

Vincent, Christopher e tutti gli scagnozzi rimasti dallo scontro a fuoco della sera prima si dirigono verso il bordello. È mattina e gli ultimi clienti se ne sono andati, il fixer bussa educatamente e viene accolto da un inserviente impegnato nelle pulizie. Gli metter sotto il naso un centone “Oggi sei in ferie, vatti a divertire”.

Forse sono i soldi, forse i fucili o forse i tizi vestiti di nero e dall'aspetto pericoloso a convincerlo ma si dilegua velocemente lasciando la porta aperta. “Qui dentro c’è Sara, che nessuno le torca un capello, degli altri non mi interessa ma lei deve uscirne illesa.” ordina Christopher ai suoi sgherri che si precipitano all'interno seguiti da Vincent.

Risolviamo la scena, è tardi, con un tiro sul vantaggio “Boss”. Jacopo tira su Coolness e ottiene un successo parziale, ci sarà un prezzo da pagare.

Dopo meno di due minuti tutto è finito e il gruppo si lascia dietro una carneficina. Christopher porta fuori Sara, un lenzuolo a coprirle il corpo nudo e sporco di sangue, non suo fortunatamente. “È tutta colpa mia, ma ora sono qua io, non ti accadrà più nulla. Te lo prometto.” sta dicendo il fixer quando il cuore perde un battito: ci sono delle telecamere ed in lontananza si sentono già le sirene della polizia. Non è difficile capire come abbiano fatto ad arrivare così velocemente.

“Occupatevi delle telecamere, cercate le registrazioni, ma fate presto.” Dice montando in macchina per portare al sicuro la figlia.

Nota: le telecamere sono naturalmente “il prezzo da pagare” del tiro precedente.

Scena 7: Sanders… chi?

Concludiamo la serata con una velocissima scena, siamo stanchi ma non è il momento di andare a letto!

Il fixer ha portato la figlia nel suo attico a Manhattan, gli ha fatto fare una doccia e l’ha ficcata sotto le coperte. Ha visto cosa c’era lì sotto, cosa le avrebbero potuto fare, pazzi, erano dei pazzi e non ha il minimo rimorso per averli fatti trucidare. Cerca di rilassarsi con una doccia ma la vede legata al letto anche con gli occhi chiusi. Ha bisogno di un wisky, di ubriacarsi e dimenticare tutto.

Suonano alla porta: è Elise.

“Sono qui per lei, per portarla al sicuro.” le dice con lo sguardo mortificato e una certa fretta nella voce.

“Dove la porterai?” 

“Meglio che tu non lo sappia.”

“Sarà al sicuro? È devastata, avrebbero potuto… non ha ancora detto nemmeno una parola”

“Non ti preoccupare, farò in modo che dimentichi. Sarà al sicuro, te lo avevo promesso.” risponde lei quasi dolcemente.

Christopher sveglia Sara, la veste e la porta dalla Garrow che ancora lo aspetta sulla soglia.

“Vai con lei amore mio, hai bisogno di riposo.” le dice per poi rivolgersi ad Elise. “Hai promesso, starà bene.”

“Non preoccuparti” dice baciandolo leggermente sulle labbra. Un bacio quasi virginale, così simile a quello che li ha legati. Un bacio che sembra voler dire “Addio.”

Da solo in casa sorseggia finalmente quel whisky, adesso deve pensare a come farla pagare a Madam D.

Guardando dalle grandi vetrate della sala verso la strada, 50 piani sotto di lui, vede delle macchine della polizia, troppe macchine della polizia, convergere verso l’ingresso del grattacielo. “Che cazzo succede?”, pensa mentre compone il numero del suo uomo al distretto di polizia.

“Sanders ha detto... Sanders chi? in questo momento l’agente che cerca non è al distretto…”

“Merda! merda! merda!” esclama correndo a riempire una sacca da ginnastica di armi e contanti. L’ultima volta che l’ha delusa Madam D gli ha chiuso tutti i conti, stavolta sembra peggio. Con un po’ di fortuna arriverà al parcheggio e da lì via in macchina.

Si dirige verso l’ascensore privato, pochi minuti e sarà in salvo.

Chiedo a Jacopo di tirare per “Act under pressure” ma ottiene un fallimento.

Chiudiamo la scena con l’ascensore che giunge al garage sotterraneo, le porte si aprono e un uomo gli si avvicina: “FBI, Mr Sanders lei è in arresto. Non opponga resistenza”.

Sarebbe inutile farlo, decine di pistole sono puntate contro di lui.

Scena 8: Il risveglio e la scelta



Nota
: Questa scena è stata in realtà giocata qualche mese dopo, causa pausa estiva ed è stata totalmente narrativa. Volevo fare in modo che anche la storia di Robert avesse una vera chiusura.

Lo scienziato si sveglia in un letto dell'ospedale, accanto a lui Bill legge distrattamente un giornale finanziario. "Bene, ti sei svegliato, per fortuna sei di fibra forte." gli dice senza alzare lo sguardo.

Segue una conversazione tra i due dalla quale Robert capisce che nemmeno Bill è quel che sembra ed è anzi da sempre l'ispiratore occulto dei suoi esperimenti. "Certo, mi ha sempre spinto ad osare, ad andare oltre i limiti." pensa. "Ma, perché?".

"Perché, come hai già capito - sì, ti ho letto nel pensiero - la Realtà che conosci non è quel che sembra. È un'illusione che sfida lo spazio e il tempo. Se ti dicessi che è possibile creare qualsiasi ricordo, emozione o persino corpo, come potresti escludere di non essere mai esistito fino a questo momento nel quale, io, ti ho portato in vita?"
"È un assurdo, certo, ma non così lontano dalla verità. Ti offro però l'occasione di sapere e vedere veramente quello che c'è la fuori, cosa farai di questa consapevolezza o se ne sarai schiacciato sarà poi affar tuo, mi limiterò a spingerti nella direzione opportuna."

"La scelta, è solo tua."
dice sornione mostrando nei palmi delle mani due pillole, una rossa e una blu.

"Ma che, mi prendi per il culo?" sta per rispondere, alzando gli occhi su di lui, ma le parole gli muoiono in gola. Gli occhi di Bill sono come specchi e l'immagine riflessa è quella di un folle.

"Quel film è il mio capolavoro", continua lui, "Io l'ho ispirato, contiene molte più verità di quel che si pensi. Sai già come funziona, pillola rossa e non potrai più tornare indietro, pillola blu e dimenticherai questa brutta storia, quel brandello di Verità che hai intuito, e tutto andrà avanti come al solito.

Ingoia la pillola rossa. Ha un vago sapore di lampone.

"Bene, tornerò domani e riprenderemo il nostro discorso" dice alzandosi "Non preoccuparti, le cose andranno avanti anche senza di te" arriva alla porta della stanza, "Riposati" dice voltandosi e per un attimo la pelle del suo volto è biancastra e trasparente, gli occhi come specchi e la lingua lunga ed appuntita penzola oscenamente da una bocca troppo piccola. 

Sviene.

Al risveglio Bill è nuovamente lì e gli spiega molte cose. 

Nota:  avrei voluto usare questa scena per fare uno spiegone su cosa era successo nella campagna, rivelando chi era cosa e alcuni perché rimasti sullo sfondo ma Ivan era piuttosto irrequieto ed avevo la sensazione che mi stesse ascoltando solo per farmi un favore (avremmo dovuto fare i PG di D&D5 quella sera, non arbitravo io, ndGM) e ho voluto tagliare corto.

Bill gli ha spiegato che la Realtà è effettivamente un'illusione e che i pilastri della società come la famiglia, la fede, l'onore, l'orgoglio, l'amore e tanti altri non sono altro che catene per soggiogare l'uomo che un tempo era una divinità e che una entità chiamata "Demiurgo" lo ha in qualche modo privato della sua vera essenza. Alcune creature, chiamati Arconti, lavorano nell'ombra per mantenere questa illusione aiutati, ed in parte avversati, dai Principi Infernali, la loro controparte oscura.

Una di questi Arconti ha deciso per un motivo imperscrutabile di aiutare l'umanità a ritrovare la divinità perduta, Bill (un Littore) "lavora" per questo arconte, così come Madam D "lavora" per un altro.

Sarà più facile che per altri per Robert liberarsi da queste catene, essendo lui quasi uno psicopatico. L'unico vero legame con la vita è suo fratello, e questo legame Bill gli chiede di distruggere per poter ascendere.

Nota: ho voluto, in un disperato tentativo di restituire un po' di umanità al personaggio di Robert provare a colpirlo dove faceva più male, nel suo legame principale. Fallendo miseramente, Ivan non ha avuto il minimo tentennamento.

Scena 9: Una cena di famiglia

Chiudiamo la storia di Robert dopo qualche tempo, nella casetta testimone del primo momento di intimità fraterna dei due, nel luogo in cui gli ha salvato la vita (vedi il quarto episodio - Le relazioni pericolose).

"Come lo fai?" chiedo a Ivan,

"Robert ha cucinato per lui. Gli mette nel piatto un veleno che non lascia tracce che ha avuto modo di preparare, inodore e insapore, è un chimico in fondo."

Non fa una piega ed in fondo una conclusione così asettica è perfettamente nel personaggio di Robert.

Mentre guarda il fratello agonizzare sente un rumore all'esterno, si affaccia venendo illuminato dai fari blu della macchina dello sceriffo.

"Maledetto Bill", pensa, "mi hai fregato".

Solo in quel momento gli tornano in mente le sue parole: per ascendere dovrà prima cadere, perdere tutto, amore, famiglia, lavoro, dignità. La sua carriera è distrutta e non ha dubbi che per il resto ci penseranno il processo e la prigione. 

Apre la porta consegnandosi alle autorità lasciando dietro di sé la propria vita.

Conclusione

Con questa sessione abbiamo chiuso due (tre contando anche quella di Robert che ormai avrà solo un epilogo narrativo) delle trame: Alice, Christopher e Robert sono giunti in un modo o nell'altro al termine del loro cammino.

Purtroppo abbiamo dovuto correre un po’ perché, come anticipato nello scorso actual play, non tutti i giocatori hanno apprezzato Kult. Ho quindi chiesto loro, prima di passare ad altro, di chiudere la campagna portando le storie ad una fine accettabile. Mi sarebbe dispiaciuto veramente tanto abbandonarla perché a me è piaciuta molto e guardando indietro la storia ha avuto svolte veramente inaspettate.
Purtroppo avendo solo due sessioni a disposizione (in modo da finire prima delle vacanze estive) per chiudere cinque trame qualche spintarella è necessaria.

Mi sembra comunque che i finali siano tutti all'altezza degli episodi precedenti e decisamente drammatici.

Alice ha perso per sempre la gemella, per la prima volta è veramente sola. Ha davanti a sé una nuova vita e se saprà giocare bene le sue carte potrebbe persino essere felice, se deciderà di ignorare quello che ha scoperto e tornare nel dolce oblio dell’Illusione. Non proprio un lieto fine ma il massimo che ci si può aspettare da una campagna di Kult.

Robert ha finalmente affrontato e ricordato i suoi orrori. Ivan non è stato molto proattivo ed è probabilmente il giocatore che ha più sofferto questa campagna, semplicemente non nelle sue corde, cosa che lo ha portato a fornire pochi spunti e a giocare sulla difensiva. Questo in Kult non paga, così come in tutti i giochi a “narrazione emergente”.

Christopher ha lottato con tutte le sue forze con poteri oltre l’umana comprensione, il patto che lo ha portato al vertice è stato anche la sua fine. Non c’è stato un vero climax, un incontro rivelatore con Madam D, per due semplici motivi. Innanzitutto non è il suo stile, è sempre stata una figura distante e superiore, perché rischiare quando altri possono fare il lavoro sporco al posto tuo? Secondariamente quando Vincent e Christopher sono andati da lei armati non lo hanno fatto per parlare, avrebbero aperto il fuoco prima ancora che potesse aprir bocca. Terribile da un punto di vista narrativo. Il trucco del cellulare mi è quindi sembrato più adatto di uno scontro a fuoco con apparizione del mostro (perché Madam D era un essere soprannaturale, il più potente tra i PNG, anche se mortale) e ha avuto esiti migliori, almeno a parer mio, dell’ennesimo combattimento.

Sono molto curioso di sapere i motivi, anche se alcuni li immagino, che hanno guastato la loro esperienza ma devo ancora avere un riscontro dai giocatori, lo faremo dopo la fine della campagna la prossima sessione ed in seguito scriverò un post sull'argomento.

L'evocativa immagine del post è di Masahiro Ito e credo sia stata usata nel videogame Silent Hill Downpour.

Commenti

  1. Alla fine, la degnamente oscura conclusione della campagna! A parte il delay per il finale, è stata veramente una lettura al cardiopalma ;)

    RispondiElimina

Posta un commento